Che domenica!!

Un interessantissimo resoconto sulla religione USA dal nostro inviato ad Atlanta (GA)

di Giac (28 Nov. 2005)

28 agosto 2005
					
Cari amici,

ora che sono di nuovo al sicuro nella mia tana da intellettuale, con la 
rassicurante musica di Satie in sottofondo, posso raccontare la 
fenomenale esperienza odierna.

Tutto comincia qualche giorno fa, quando bevendo una birra al pub sotto 
casa, Susan (una mia collega nel programma di dottorato) mi racconta che 
sta cominciando a studiare l'uso della tecnologia per scopi religiosi, e 
in particolare, nelle megachiese evangeliche degli Stati Uniti. Queste 
chiese sono da tempo giunte alla ribalta per le enormi folle che 
attirano, per gli eventi spettacolari simili a concerti di musica rock, 
per l'enorme commercio che si cela dietro a tutto ciò. Tutti ne parlano, 
giornalisti, sociologi, chi le celebra come la nuova forza 
evangelizzatrice, chi le critica per trasformare fede in spettacolo 
consumistico.

Susan mi annuncia che domenica andrà ad una delle messe (o meglio dire 
"eventi") per capire un po' di che si tratta. Come lasciarsi sfuggire 
una simile occasione!? ("Ma posso venire con te anche se non credo?")

E così, oggi mi sono costretto ad una levataccia alle 8.20, colazione 
veloce (ma potrò prendere la comunione avendo mangiato? Che domanda 
sciocca, in retrospettiva!) e mi faccio trovare all'angolo sotto casa 
alle 8.40. Susan passa poco dopo con il suo pickup verde smeraldo. Salgo 
in macchina, e via!, verso i sobborghi!

È chiaro, mi hanno spiegato, queste sono le chiese della middle class 
americana, che ormai da decenni è sfuggita alla morsa criminale e al 
degrado che attanaglia i centri per condurre una pacifica esistenza 
suburbana, lasciando le zone centrali ai ceti bisognosi, e recentemente, 
alla gentrificazione condotta da giovani "metrosexuals" come me. Va be', 
salto sul suo pickup, e via si parte per i sobboghi. 15 minuti di 
autostrada dopo, arriviamo nei pressi di "spaghetti junction" un enorme 
raccordo che in effetti assomiglia ad un piatto di bucatini. Poco dopo, 
uscita 99, ci ritroviamo in suburbia, fra negozi di mobili scontati, 
palazzine e complessi di uffici nel verde ("guarda, gli uffici di Waffle 
House!!" -- una catena di fast food).

E subito dopo, in un grande parco verde, vediamo il segno: Victory World 
Church (http://www.victorywc.org/). Gli addetti al parcheggio ci 
indicano dove lasciare la macchina, è tutto perfettamente organizzato. 
File di birilli arancioni ci conducono al nostro posto macchina nel 
grande piazzale. Auto da ceto medio, molti SUV. Attraverso la strada si 
vede un'altra megachiesa, quel parcheggio è vuoto. La messa comincia 
alle 10 lì. Anche le megachiese le costruiscono una accanto all'altra, 
non si sa mai che ti venga voglia di provare una chiesa diversa una 
domenica.

Sul lato opposto del parcheggio, una mappa del campus della chiesa (un 
ettaro in tutto) e una enorme croce di acciaio, come se anche le 
automobili avessero bisogno di una croce automorfa che le protegga.

Scendiamo, ed entriamo nell'atrio di un palazzo che sembra un centro 
congressi, con grandi vetrate incorniciate da travi di legno. Due 
maschere ci danno dei pamphlet, che introduce la chiesa così:

"Bridging the gap in the cross-cultural generation in Atlanta with the 
message of love and acceptance through Jesus Christ"

Attraversiamo quello che sembra sempre più un foyeur, mentre Susan 
raccoglie furiosamente ogni biglietto da visita, opuscolo e libretto su 
cui riesce a mettere le mani. In un chiosco a lato puoi affittare 
auricolari se hai problemi di udito, o per la traduzione simultanea in 
spagnolo e francese, anche se non sembra che molti la utilizzino. 
Entriamo nel grande teatro. Forse 2000 posti. Addetti fanno accomodare 
gli ospiti in modo da farli sedere compatti, per evitare che ci si sieda 
troppo distanti l'uno dall'altro.

Un complesso rock da 8 musicisti sta già cantando sul palco, con un bel 
coro soul da 20 elementi. Mi guardo in giro, mancano completamente le 
gli arredi cui sono abituato. Niente croci, niente banchi, niente 
altare, niente pulpito. Questo è un auditorium tale e quale come l'aula 
magna di una università.

Il pastore sostituto e sua bionda moglie in tailleur bianco sono le star 
di questa parte della messa, cantano, gesticolano, alzano le braccia al 
cielo, mentre i due megaschermi ai lati del palco mostrano le parole 
della canzone, per chi volesse fare un po' di karaoke. Sotto di noi, la 
console di missaggio, con un mixer che non ho visto neanche al concerto 
dei Chemical Brothers. Telecamere sul palco, stile MTV, e cameramen 
nella platea sono ben indaffarati. Dietro al complesso, un altro schermo 
mostra soleggianti, astratte e colorate figure animate sul fondale. 
Susan cercava tecnologia? Beh, qui ce n'è di tutti i tipi!

Fino alle 9.30 la musica continua, "we love You, we love You". La 
maggioranza di quelli attorno a noi sono neri, direi il 70%. Sul palco, 
tutti bianchi. Poi, il pastore sostituto fa passare in giro secchielli 
di plastica per le offerte ("ma prima, lasciatemi raccontare che le 
vostre offerte passate hanno permesso di aprire un centro di preghiera 
cristiano nella Corea del Nord!!") Puoi mettere gli assegni in una 
discreta busta, e addirittura scrivere per quali scopi vuoi che i tuoi 
soldi vengano spesi. "$10 -- missioni. $20 -- programmi per giovani -- 
totale $30". Nel frattempo, per la gioia di Susan, tutti quelli che sono 
qui per la prima volta ricevono un pacchetto informativo con altre 
brochures, un DVD e una cartolina per lasciare i tuoi dati. Le brochure 
ci tengono a sottolineare che questa chiesa crea "leader" religiosi

Il pastore esorta "Se hai qualcosa che ti appesantisce l'anima, alza la 
mano." La mia testa è pesante, ma mi guardo bene dall'alzare la mano. 
"Date conforto al vostro vicino!!" Si formano tanti cappannelli con 
gente che appoggia una mano sulla spalla del fratello in preda allo 
sconforto. Tutti sembrano estremamente impegnati a fare passare la loro 
energia al povero afflitto. Guardano perterra. Io e Susan ci guardiamo 
attorno, in preda allo sconcerto e vagamente inquieti. "AA-MEN!" (si 
pronuncia: "eei!-men!")

Comincia il sermone, con lo "special guest", che ci conduce attraverso 
una chiara presentazione powerpoint in quattro punti intitolata: "Gesù 
continua a..." sui megaschermi.

Le vette retoriche includono storie di evangelizzazione in Iraq, Iran ed 
Ucraina. In Iraq, un pastore una volta suonava come tastierista alle 
feste debosciate di uno dei figli feroci di Saddam. "If Saddam was bad, 
this son was bbbb-bbad to the bbbb-bbbone!!!" Quando il figlio scatenò 
un leopardo contro uno degli ospiti ad una festa per una mancanza di 
rispetto, il tastierista drogato capì che doveva cambiare vita. A me 
questa scena ricorda tanto alì baba nel sul harem. E ora conduce un 
gregge di migliaia di persone a Baghdad, da dove lo special guest è 
appena tornato. In Iran, secondo dell'oratore, studenti universitari 
stanno convertendosi in massa al cristianesimo, e una rivoluzione 
cristiana è imminente, come quella islamica del '77. Poi racconta che in 
Ucraina, ad una cena di una conferenza evalgelica si era trovato a 
tavola con 10 ex-agenti KGB che ora si sono convertiti e fanno i pastori 
(evangelici)!

Gesù continua a... salvare il mondo. "AA-MEN!". Soprattutto nei paesi 
dell'asse del male (li ha toccati quasi tutti, mancano solo Cuba e Siria).

(Applausi, grida, "W GESÙ")

Preghiera. Altra canzone rock.

Il sermone continua, basta egoismo, esorta il pastore, basta 
protagonismo. Cita Andy Warhol, che disse che tutti gli americani 
vorrebbero essere famosi per anche solo 15 minuti. Warhol era un cinico, 
ammette, ma un po' di ragione ce l'aveva -- noi siamo qui per servire il 
messaggio di Gesù, solo Lui merita di essere famoso.

Gesù continua a... fare proseliti nel mondo, grazie al nostro lavoro! 
"AA-MEN!"

Susan prende furiosamente appunti sul suo diario di ricerca. E non è 
l'unica: molta gente attorno a noi, soprattutto donne, taccuino alla 
mano, prendono nota dei punti salienti della presentazione. Il sermone è 
perfettamente integrato con la cultura della TV e del cinema, sono 
citati in continuazione attori, programmi televisivi come "American 
Idol". Cita Brad Pitt, e vari showman. Io mi perdo un po', non avendo 
una TV, ma Susan sorride. La cultura dell'entertainment non viene 
contrastata. Viene utilizzata per propagandare il messaggio. L'oratore 
trae energia da citazioni mediatiche, crea nuove citazioni, cultura 
mediatica e cultura religiosa diventano la stessa cosa.

"Anche se," il pastore continua, "la chiesa è come una partita di 
football: 22 giocatori che avrebbero bisogno di un po' di riposo e 70000 
spettatori che avrebbero bisogno di un po' più di moto." Risate generali.

Si suona, ci si dimena, alzando le braccia al cielo per il dono della 
fede. "Non siete contenti?!" (dal pubblico "yeah!" "aahh")

Gesù continua ad... essere adorato da sempre più persone, grazie al 
nostro lavoro! "AA-MEN!"

L'evento sta scemando. Il pastore: "E ora, un annuncio..." Inserto 
pubblicitario (sui megaschermi) per i programmi giovanili della chiesa 
("genitori, fate diventare i vostri figli leader nella fede nella vita e 
sul lavoro!").

Andate in pace -- "AA-MEN!" Cominciamo ad uscire dalla platea. Solo 
allora mi rendo conto che mancano completamente i bambini. Mamme e papà 
si affrettano ad andare a prenderli al centro giochi nella palazzina 
antestante. È un po' come all'IKEA. Io e Susan ci fermiamo al gift shop, 
dove sono in vendita libri, candele votive, DVD e CD di preghiere. 
Piccole pecore bianche di peluche. Un orsacchiotto che legge la bibbia. 
Mi vien voglia di comprare una copia di "Ritrova Te Stesso".

Usciamo, stringo la mano all'usciere. La gente sta avviandosi, bisogna 
fare spazio per le prossime auto, solo venti minuti e ricomincia.