Gli sprechi di Alitalia
di Zazzy (10 Ago. 2004)
In questi giorni si parla molto della crisi di Alitalia: la compagnia aerea di bandiera (lo stato possiede più del 60% delle azioni) è sull'orlo della bancarotta tanto da costringere il governo a un prestito-ponte di 400 milioni di euro. In realtà non è la prima volta che capita, due anni fa l'Alitalia ricevette dalllo stato un finanziamento di 1,4 miliardi di euro (già bruciati), stavolta almeno l'Unione Europea si è fatta sentire. Qualcuno finalmente ha detto che:
"Sono dieci anni che all'Alitalia vanno avanti con i soldi dello Stato: adesso, però, è finita. O guadagnano volando o stanno a terra. Esattamente come fanno le altre compagnie" (La Repubblica).
La cosa non mi ha incuriosito più di tanto, vista anche la difficile situazione per le compagnie aeree dopo l'11 settembre, poi la telefonata di un ascoltatore ad una trasmissione di Radio 24 mi ha fatto riflettere. L'ascoltatore faceva notare che la questione non riguarda tanto gli aiuti o la privatizzazione, quanto gli sprechi, a cui noi italiani siamo troppo avezzi. L'ascoltatore suggeriva che il numero di dipendenti Alitalia fosse sproporzionato rispetto alle altre compagnie aeree. Insomma (dico io), i dipendenti statali sembrerebbero ben pagati e tutelati (agli inizi della crisi c'era chi addirittura proponeva di assorbire i dipendenti Alitalia in esubero assumendoli come dipendenti statali), ma battono la fiacca.
Ciliegina sulla torta, il governo chiede alle altre compagnie di abbassare i prezzi, altrimenti Alitalia si trova fuori mercato. Cose da pazzi: il governo di un personaggio che si è presentato come libero imprenditore ed anticomunista che tenta di interferire con l'operato di altre compagnie per proteggere la compagnia di stato! Credo che neanche la Russia più rossa abbia mai chiesto alla British Airways di abbassare i prezzi per proteggere l'Aeroflot. La cosa rasenta il ridicolo.
Incuriosito, ho quindi deciso di dare un occhio alla situazione delle varie compagnie aeree europee, i parametri importanti per capire l'efficienza di una compagnia aerea sono:
- I passeggeri trasportati. Questo si calcola come numero di posti a sedere su un volo, moltiplicato per i kilometri percorsi dal volo stesso (in questo modo tanti brevi voli locali bilanciano un volo intercontinentale). Si distingue fra i posti resi disponibili dalla compagnia (ASK: Available Seat Kilometers), che potrebbero in parte rimanere vuoti, e quelli effettivamente usati dai passeggeri (RPK: Revenue Passengers Kilometers). Il Load Factor indica la percentuale di posti effettivamente usati (ossia la percentuale di ASK che diventano RPK).
- Il cargo trasportato. Analogamente al caso dei passeggeri, si calcola come tonnellate di cargo disponibili su un volo, moltiplicato per i kilometri percorsi. Anche qui si distingue fra cargo disponibile (CTK: Cargo Tonne Kilometers) e quello effettivamente trasportato (RTK: Revenue Tonne Kilometers) e si può calcolare il load factor.
- Quanti dipendenti servono per fare questo lavoro.
Questa tabella mostra i dati di cui sopra relativamente a quattro compagnie aeree europee, i dati si riferiscono all'anno 2002/2003 (ad eccezione di Air France per cui ho trovato solo i dati del 2004, ma non fa molta differenza per il tipo di confronto che andremo ad operare):
Compagnia | Dipendenti | Passeggeri | Cargo | ||||
ASK | RPK | L.F. | CTK | RTK | L.F. | ||
Alitalia | 22.536 | 42.390 | 30.025 | 70.8% | 2.055 | 1.378 | 67.1% |
British Airways | 53.440 | 139.172 | 100.112 | 71.9% | 21.328 | 14.213 | 66.6% |
Lufthansa | 34.021 | 119.900 | 88.600 | 73.9% | 10.748 | 7.158 | 66.6% |
Air France | 71.654 | 134.444 | 101.644 | 75.6% | 8.487 | 5.432 | 64.0% |
Da questi dati come facciamo a vedere l'efficienza di una compagnia? Bhe, molto semplicemente si divide il numero di dipendenti per RPK (passeggeri paganti) o per RTK (cargo trasportato). Il valore trovato indica quante persone servono mediamente per far volare un cliente o trasportare una tonnellata di cargo. È ovvio che più basso è il valore meglio è; ecco dunque i risultati per le quattro compagnie, per semplicità di lettura i dati sono stati normalizzati (il valore più piccolo è diventato 1).
Compagnia | Dipendenti/Passeggeri | Dipendenti/Cargo |
Alitalia | 1,9 | 4,3 |
British Airways | 1,4 | 1,0 |
Lufthansa | 1,0 | 1,3 |
Air France | 1,8 | 3,5 |
Nel caso dei passeggeri ad esempio, possiamo dire che per fare il lavoro di un dipendente Lufthansa servono due dipendenti Alitalia (1,9 per l'esattezza: uno guida l'aereo e l'altro guarda). Per il trasporto merci servono quattro dipendenti Alitalia per fare il lavoro di un dipendente British Airways o Lufthansa (ossia uno carica il pacco, il secondo gli asciuga il sudore, il terzo li guarda mentre il quarto va a prendere i caffè per tutti). Di tutte le compagnie, la più simile ad Alitalia è Air France (i cui parametri sono in ogni caso migliori), che comunque è grande il doppio di Lufthansa ed il triplo di Alitalia, e con le grosse dimensioni una certa inefficienza è fisiologica. (Nota postuma: Air France è anche, a differenza di Lufthansa e British Airways, statale)
Ora non si vuole addossare tutta la colpa ai dipendenti, se ci sono tali macroscopiche inefficienze è colpa innanzitutto dei dirigenti, che anziché cercare di rendere produttiva una ditta hanno contato sugli aiuti statali, certo è che i dati danno ragione all'ascoltatore di Radio 24, staremo a vedere ulteriori sviluppi...
I dati sono stati presi dai rapporti annuali delle varie compagnie che trovate nei rispettivi siti aziendali, al momento i documenti si trovano a questi link:
- Alitalia
- British Airways
- Lufthansa
- Per Air France, guardare alla voce About Air France > Our activities > Passengers e Cargo.
Al solito errori ed omissioni sono mie sviste che vi prego di segnalarmi.
Sviluppi
Commento di Davide (10 Ago. 2004)
[...] complimenti per la tabella, ma c'è un errore logico nel tuo calcolo, ed è il seguente: se per un aereo che vola servono, diciamo 10 persone che lavorano, queste servono in gran parte sia che l'aereo sia pieno sia che sia semivuoto. anzi, se anche è vuoto una hostess mica la mandi a casa e le dici torni domani: la devi pagare lo stesso, perché è regolarmente assunta (ovvio).
Ergo: il numero di dipendenti va messo in relazione con il dato ASK e non con il dato RPK. Il problema cioè è il numero di addetti di alitalia per singola operazione, che evidentemente è superiore a quello delle altre compagnie. [...]
è anche vero, per concludere, che [...] alpieagles in questi giorni è sui giornali perché le hostess scioperano perché lavorano fino a 17 ore al giorno (guadagnando 19.000€, che pare essere uno stipendio inferiore del 35% rispetto alla media, secondo quanto dicono). Sapendo che la hostess è un lavoro tra i più duri che esistano (dico sul serio) credo si possa dire che neanche così possano andare le cose.
Risposta di Zazzy (10 Ago. 2004)
In effetti avevo pensato di farlo ma non l'ho fatto per 2 motivi:
- Dato che il load factor è praticamente lo stesso per tutte le compagnie, il risultato finale cambierebbe di poco (trattandosi di rapporti).
- Far volare aerei vuoti fa proprio parte degli sprechi che voglio evidenziare.
Per curiosità, ripresento la tabella di cui sopra, utilizzando ASK e CTK (posti e cargo disponibili anziché quelli venduti):
Compagnia | Dipendenti/Passeggeri | Dipendenti/Cargo |
Alitalia | 1,9 | 4,4 |
British Airways | 1,3 | 1,0 |
Lufthansa | 1,0 | 1,3 |
Air France | 1,9 | 3,4 |
Come si vede la situazione sostanzialmente non cambia.
Solidarietà alle hostess di alpieagles.
Ah l'Italia di gio (10 Ago. 2004)
Per chi non lo avesse letto, vi rinvio a questo interessantissimo messaggio di gio.