Spazio ai giovani?!
È di questi giorni la notizia che il rapporto della Banca Mondiale sulla facilità di iniziare una nuova attività ci declassa al 70 posto (eravamo fra i primi 40 un anno fa).
Giusto per dare un'idea della gravità della situazione, basta dire che le prime tre sono Nuova Zelanda, Singapore e USA, altri paesi dell'UE seguono a ruota (l'Inghilterra è al 9, Lituania ed Estonia al 14 e 15, Germania al 19, Spagna al 30 e Francia al 44); paesi considerati "sottosviluppati" ci superano (Malesia al 21, Cile al 25, Nambia al 33, Botswana al 40, Bangladesh al 65, Zambia e Kenia al 67 e 68).
Quali sono i motivi di tale situazione? Ecco i principali:
1) Tasse:
Un imprenditore impiega mediamente 360 ore per pagare le tasse (contro le 192 della media europea). Le tasse ammontano al 59.8% del ricavato (contro il 46.1% della media europea).
Aprire un'attività costa più del doppio che negli altri paesi.
Ottenere i necessari permessi per iniziare un'attività richiede in media 284 giorni, contro i 14 della media europea, i costi sono 10 volte maggiori che per gli altri paesi.
Licenziare od assumere costa una volta e mezza più che negli altri paesi.
2) Licenziare ed assumere: Anche se licenziare qualcuno presenta le stesse difficoltà che per gli altri paesi, paradossalmente in Italia risulta, a causa delle leggi vigenti, più difficile assumere qualcuno, inoltre c'è una maggiore rigidità nel rapporto di lavoro (anche se ormai lo scempio della legge Biagi dovrebbe aver risolto il problema).
3) Scarsa protezione degli investitori: grazie alle leggi su misura di Berlusconi in Italia è praticamente impossibile che gli amministratori vengano condannati per comportamenti fraudolenti.
4) Difficoltà ad esportare: L'Italia è al 90 posto per la facilità con cui una azienda può esportare i propri prodotti (il famoso Made in Italy nel mondo), gli USA sono al 17 e la Cina al 48. In pratica è molto più semplice per i nostri concorrenti esportare che per noi.
5) Cause lagali: far rispettare un contratto significa perdere mediamente 1390 giorni di tempo (quasi 4 anni) contro i 232 della media europea. I costi per cause legali sono quasi doppi.
6) Tutela di chi chiede un prestito: nonostante le informazioni sullo stato creditizio di chi chiede soldi siamo migliori che negli altri paesi (quindi più sicurezza per le banche), chi chiede un prestito è molto meno tutelato delle controparti europee.
In pratica la situazione può essere riassunta in: troppe tasse e leggi fatte per tutelare le banche e i bancarottieri...
Giusto per dare un'idea della gravità della situazione, basta dire che le prime tre sono Nuova Zelanda, Singapore e USA, altri paesi dell'UE seguono a ruota (l'Inghilterra è al 9, Lituania ed Estonia al 14 e 15, Germania al 19, Spagna al 30 e Francia al 44); paesi considerati "sottosviluppati" ci superano (Malesia al 21, Cile al 25, Nambia al 33, Botswana al 40, Bangladesh al 65, Zambia e Kenia al 67 e 68).
Quali sono i motivi di tale situazione? Ecco i principali:
1) Tasse:
Un imprenditore impiega mediamente 360 ore per pagare le tasse (contro le 192 della media europea). Le tasse ammontano al 59.8% del ricavato (contro il 46.1% della media europea).
Aprire un'attività costa più del doppio che negli altri paesi.
Ottenere i necessari permessi per iniziare un'attività richiede in media 284 giorni, contro i 14 della media europea, i costi sono 10 volte maggiori che per gli altri paesi.
Licenziare od assumere costa una volta e mezza più che negli altri paesi.
2) Licenziare ed assumere: Anche se licenziare qualcuno presenta le stesse difficoltà che per gli altri paesi, paradossalmente in Italia risulta, a causa delle leggi vigenti, più difficile assumere qualcuno, inoltre c'è una maggiore rigidità nel rapporto di lavoro (anche se ormai lo scempio della legge Biagi dovrebbe aver risolto il problema).
3) Scarsa protezione degli investitori: grazie alle leggi su misura di Berlusconi in Italia è praticamente impossibile che gli amministratori vengano condannati per comportamenti fraudolenti.
4) Difficoltà ad esportare: L'Italia è al 90 posto per la facilità con cui una azienda può esportare i propri prodotti (il famoso Made in Italy nel mondo), gli USA sono al 17 e la Cina al 48. In pratica è molto più semplice per i nostri concorrenti esportare che per noi.
5) Cause lagali: far rispettare un contratto significa perdere mediamente 1390 giorni di tempo (quasi 4 anni) contro i 232 della media europea. I costi per cause legali sono quasi doppi.
6) Tutela di chi chiede un prestito: nonostante le informazioni sullo stato creditizio di chi chiede soldi siamo migliori che negli altri paesi (quindi più sicurezza per le banche), chi chiede un prestito è molto meno tutelato delle controparti europee.
In pratica la situazione può essere riassunta in: troppe tasse e leggi fatte per tutelare le banche e i bancarottieri...
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